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Tante cose buone a voi signor Fabrizio e amici di Laici Missionnari
Un evento mondiale sta paralizzando la vita umana. Un virus che ha devastato il nostro pianeta negli ultimi mesi. Ne sentiamo parlare da ogni parte del mondo. Visita i paesi e al suo passaggio lascia desolazione, perdita di vite umane,
Ed eccolo qui in Africa, proprio in Costa d'Avorio da circa un mese. egli si fa chiamare la CORONA VIRUS - COVIDA 19.
A questo scopo, dal 17 marzo, ci sono state chiusure di scuole, divieti di radunare folle, chiusura di chiese e luoghi di culto, stato di emergenza, coprifuoco e confinamento di persone. “Restare a casa” è lo slogan che viene ripetuto alla gente. Inoltre, senza dimenticare il rito del “lavaggio delle mani”, dell’allontanamento delle persone l’una dall’altra, in una parola, dell’igiene per evitare la diffusione del virus.
Ma la grande scoperta è che queste misure sono a malapena seguite dalla popolazione. Il “Rimanere a casa” per chi vive di giorno in giorno, senza uno stipendio fisso mensile, è per loro un suicidio. Ascolto le famiglie che dicono: “ se non esco a lavorare e non vado a cercare cibo, non è il Virus che mi ucciderà, ma piuttosto la fame”. Perché, in effetti, anche se il governo fa molte donazioni di cibo per le persone vulnerabili, capiamo che non tutta la popolazione può beneficiare. Cosa dovremmo dire a queste persone? Basta chiedere loro di seguire le misure igieniche, di fare lo sforzo di proteggersi mantenendo una distanza di un metro, di indossare la maschera, e di sapere che questo virus è reale.
Le norme igieniche sono seguite da una certa classe di persone, perché la gente è davvero consapevole della tragedia che sta accadendo nel mondo. Vediamo persone che si affrettano a comprare maschere per il naso, gel antibatterici. Ma è ancora molto difficile applicare questi piccoli gesti perché non fanno parte della loro abitudine. Quindi devono fare un po’ più di sforzo. A questo livello, la consapevolezza è frequente in tutti i gruppi etnici del Paese per promuovere la comprensione del messaggio.
Conosciando l’Africa con i suoi tanti contatti fisici, i suoi caldorosi saluti con l’espressione del corpo, oggi vedere suo fratello e non riuscire a comunicare questo caldoro saluto con l’espressione del corpo rimane complicato. Ma notiamo che alcune persone su questo punto sono riuscite ad abbandonare questo gesto, non più saluto fisico, posso dire che questo è più rispettato delle altre istruzioni. Ma parlando di distanza non è ancora ovvio per la gente. Soprattutto tra membri della stessa famiglia. Il numero di casi di persone infette è in crescita...
E se questo continua, presto vedremo la disoccupazione tecnica perché le fabbriche chiuderanno, il contesto economico comincerà a pesare sulla popolazione.
Nei villaggi in cui siamo in missione, abbiamo sensibilizzato gli studenti e i genitori al fine di rispettare le misure adottate dal governo. Siamo preoccupati per le conseguenze di questa pandemia in caso di contagio. Questo è un momento molto delicato e fragile per il nostro popolo. Solo Dio potrà liberarci da esso perché siamo tutti in pericolo. La domanda che si pone attualmente è: “tra il Virus e la carestia che sarà più pericoloso per la popolazione se non ha soldi? Così ripetiamo ogni giorno: il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto il cielo e la terra. Grazie per la vostra sensibilità e che Dio abbi piéta di noi.
Sr Suzanne ASSEMIEN
Una nuova lettera dalla Costa d'Avorio
Un asilo a Kibiti